Cerca nel blog
mercoledì 21 maggio 2014
La nascita della Terra
Questo dipinto di Marius Ledda si intitola La nascita della Terra ed è un olio su tela di cm 100x80.
L'ho voluto inserire nell'odierno post per sottolineare con una immagine quanto affermavo nel precedente. Il dipinto si addice inoltre allo spirito che contraddistingue il nostro pensiero ecologico: la terra è cosa viva e la bellezza nasce dal suo rispetto. Bellezza rispetto per la vita è in sintesi il concetto che noi andiamo sostenendo da anni. Non vi puo essere bellezza senza la difesa e il rispetto per la vita se con Kalil Gibran si afferma che la bellezza non è atro che la vita quando mostra il suo lato benedetto. Nel secolo scorso questa semplice verità è stata spesso dimenticata in favore dell'ammirazione per il potere della scienza e del denaro. Le antiche tradizioni che narrano la nascita della terra come una dea con forme umane sono forse più vicine alla verità di quelle elucubrazioni scientiste sul big bang. Narra infatti la mitologia degli antichi greci, che oggi viene spesso usata dalla psicologia dell' inconscio per rappresentare forze archetipiche, che dal Caos, inteso come vuoto, nacque Gea, la Terra, poi compari Eros, l'amore che unisce, la forza attrattiva che spinge gli elementi semplici a combinarsi e via di seguito Urano, il cielo, le montagne e il mare e cosi tutta la complessità della natura. Questa visione mitico poetica viene riassunta egregiamente nel dipinto che presentiamo dove i richiami alle culture mediterranee e gli echi di sopite tradizioni si sposano con la sensibilità dell'artista sciamano che unisce il fenomeno al noumeno, il visibile all'invisibile. Questa è vera Arte, e non importa se anche qualche altro artista dell'epoca cosi ha interpretato il tema perché come affermava Goethe: non importa dire cose nuove ma cose vere.
Etichette:
Eros,
Gea,
Goethe,
Kalil Gibran,
mitologia greca,
Terra,
Urano
sabato 17 maggio 2014
Ancora Merda d'artista
Parliamo ancora della Merda d'artista e dell'arte in generale a Milano. Ho ricevuto un messaggio della Skira, che cura i cataloghi delle principali mostre del Comune, con l'invito all'acquisto per 35 euro di quello della mostra su Manzoni e la Merda d'artista con tanto di riproduzione della scatoletta e la storia di questa bella idea. Mi sono già altrove espresso sull'arte concettuale e non sto a ripetere che a mio parere è solo una degenerazione di alcuni aspetti della corsa all'originalità come requisito principale dell'arte contemporanea, spirito dionisiaco, ricerca del coup de theàtre di chi se lo può permettere per far parlare i media e lucrare sulla stupidità di certo collezionismo. Il colmo è che Milano ha pure dedicato una via a questo folle trentenne invasato morto a quella giovane età di cirrosi epatica, come se fosse un eroe caduto sul campo di battaglia sacrificando la propria vita per amor patrio, in questo caso per amor dell'arte. Infatti morire da giovani è una prerogativa dei combattenti e delle guerre, lui la sua la combatteva con i bottiglioni di vino al bar Giamaica. Non è ora che la facciamo finita con questo falso tributo alla morte giovanile quasi fosse di per se una virtù e non è ora che rivediamo il rapporto tra quello che uno produce e la vita che conduce? Si dice che le idee camminano con le gambe degli uomini e quindi non è il caso che si riveda il significato di genialità e quello di una vita lunga e laboriosa dove il proprio fare è una sorta di missione che soddisfa e arricchisce, in tutti i campi, aldilà del successo mediatico? Prendo come esempio il caso di un'altro artista Marius Ledda di cui, come dicevo in un mio precedente post, ho chiesto all'attuale Assessore alla cultura Del Corno di dedicare una mostra a Palazzo Reale, richiesta fatta da più anni anche ai suoi predecessori, promessa e mai realizzata. Ora questo pittore oltre che avere un grande talento ha avuto una vita lunga ed esemplare di dedizione alla chiamata delle Muse o meglio del Daimon platonico. Nato nel 1880 e morto nel 1965 ha attraversato tutti i rivolgimenti dell'arte a partire dal Verismo napoletano per arrivare alle rivoluzioni cubista e futurista di cui ha subito gli influssi pur mantenendo una sua linea particolare. Infatti dopo l'accademia di Napoli con Volpe e Cammarana nel 1912 lo incotriamo al seguito delle truppe italiane a Tripoli ivi mandato dal Ministero della Guerra per comporre quadri di battaglie. Rientrato in Italia viene chiamato ad eseguire i ritratti dei reali del Montenegro, parenti della regina Elena. In seguito si trasferisce in Romania durante la prima Guerra Mondiale, poi in Russia dove viene colto dalla rivoluzione d'Ottobre, poi di nuovo in Romania quindi a Parigi a dialogare con i grandi. Infine di nuovo in Italia seguendo la sua ispirazione. Questa è una vita da additare ad esempio di coerenza, eleganza, equilibrio e ordine, presupposti per qualsiasi Bellezza.
domenica 4 maggio 2014
Guerre di religione
Parliamo ancora di guerra e di pace, le immagini dei cristiani uccisi e
crocifissi in Siria ci inorridiscono, non possiamo sapere se sono autentiche
perchè potrebbero essere manipolate dalla propaganda e messe in rete
per rovesciare lo sdegno generale dell’Occidente sulla parte nemica,
tuttavia purtroppo sappiamo che simili atrocità non sono risparmiate nelle
guerre e soprattutto in quelle a forte impronta religiosa. Il fatto di
utilizzare i mezzi della Rete per documentarle fa parte delle possibilità messe
in campo dalla tecnologia e al contempo fa parte degli eccessi della modernità,
ma queste cose sono accadute anche in altri tempi, basti leggere i resoconti
dei testimoni della conquista di Gerusalemme nella prima crociata per avere un
saggio sulle atrocità dei cristiani riversate, in questo caso, sui mussulmani.
Quando uno dei contendenti crede di avere
Dio dalla sua parte non vi sono limiti
alle atrocità ed al disprezzo della vita dell’avversario e purtroppo in
tutte le guerre ogni contendente ritiene di avere questa esclusiva. Gli atti di
fede non mi sono mai piaciuti proprio perchè presuppongono una scelta di campo
rigida e irremovibile che serve solo a
svalutare le scelte di altri e ad aderire al pensiero riduttivo e dicotomico
amico-nemico. Con l’editto di Costantino, di cui lo scorso
anno ricorreva l’anniversario, a mio parere, il Cristianesimo ha tradito
il suo messaggio per legarsi al potere.
Tuttavia l’affermazione evangelica, « date a Cesare quel che é di Cesare e
a Dio quel che é di Dio » lo ha messo in salvo da un abbraccio mortifero.
In Europa infatti, benché guerre di religioni terribili si siano combattute, si é potuto
sviluppare anche un pensiero laico e umanistico che sotto un certo profilo ha
influenzato la stessa Chiesa. Le democrazie
occidentali, derivate dalla rivoluzione francese, hanno potuto nascere in
conseguenza anche di questo. Non é accaduto la stessa cosa per l’Islam dove
potere e religione sono rimasti uniti in un abbraccio inscindibile. Da qui la
difficoltà dei regimi democratici
islamici di staccarsi dal fanatismo religioso. Personalmente ritengo che
sarebbe una bella cosa che la Chiesa cattolica rinunciasse alla recita del Credo nella Messa che è un lascito
del Concilio di Trento, della controriforma e delle guerre tra cattolici e
protestanti. Se Dio è amore, come papa
Bergoglio continua a sottolineara, non ha bisogno di tutte quelle affermazioni
altisonanti che ai più non significano nulla perché appartengono a una visione veterotestamentaria superata e fautrice di divisioni fra gli
uomini. Vorrei sottolineare la differenza fra fede e consapevolezza, la prima
viene dall’esterno e prevede un’adesione ad una dottrina con un credo la
seconda viene dall’interno e prevede un diverso stato di coscienza, più
profondo, ottenuto con fatica e perrseveranza. Le religioni a questo livello di
coscienza dovrebbero portare ad uno stato, in cui ci si sente amore, invece che alle guerre,
frutti della divisione generata dai credi.
Iscriviti a:
Post (Atom)